Essere papà è un dono

 (testo di Diego Martini)

Papà per la prima volta: volare tre metri sopra il cielo. Papà per la terza volta:

responsabilità da esserne fiero. Per chi papà non lo è più,

un abbraccio da tutto il mondo. Se papà non sarai mai,

col cuore aperto sarai fecondo. Tu, nonno dei miei figli,

sei un papà al quadrato. Al papà che è in attesa:

sii vero e non vivere a lato.

Essere papà è un dono davvero!

PERCHÉ UNA DONNA DEVE ESSERE PIÙ SINDACO DEL SINDACO?

 Iragna, 11 maggio 2021 Michela Trisconi

 È una domanda che mi sono posta in questi giorni, precedenti al ballottaggio del prossimo 16 maggio. In Riviera, dove risiedo, il confronto è marcato: da un lato il pensionato, padre, con oltre 40 anni di politica alle spalle; dall’altra la giovane donna (43 anni sono pure sempre “nel mezzo del cammin…” di dantesca memoria), attiva professionalmente, con un portafoglio variegato di interessi, madre e qualche anno di politica alle spalle. Ebbene uno dei commenti che mi è capitato di sentire è stato: “È troppo impegnata professionalmente per poter ambire alla poltrona di sindaco”. Vi invito a riflettere. Siamo da sempre stati abituati alla presenza di sindaci onnipresenti e onnipotenti, sia sulla scena associativa e professionale che politica, dove cumulano a volte poltrone a più livelli – persino quella comunale con la federale – senza che ciò abbia sollevato il benché minimo dubbio sulla loro capacità di gestire i diversi piani. Per una donna, se oltretutto ha dei figli, invece, il problema si pone, eccome!

La prima spiegazione che mi è venuta in mente è che siamo di fronte all’atavica convinzione secondo cui le donne siano per bontà divina da preferire se collocate nella sfera del privato, mentre gli uomini sono naturalmente più adeguati alla gestione della res publica. A 50 anni dall’introduzione del suffragio femminile, questa credenza mi intristisce per le conseguenze sociali che implica.

Poi è discriminatoria! È del tutto evidente che negli ultimi decenni la divisione tradizionale dei ruoli è stata messa in discussione dall’autonomia femminile, dalla scelta fatta da gran parte delle donne per una “doppia presenza” nella società come nella vita privata; variabile che ha ricucito la separazione tra due mondi e indotto nuovi equilibri tra donne e uomini. Anche il terreno politico dovrebbe a un certo momento prenderne atto, promuovendo e non scartando una donna dalla carica di sindaco.

Inoltre, una democrazia in cui una parte significativa della popolazione risulta esclusa dal processo politico-istituzionale a vantaggio dell’altra, è incompiuta! In Riviera, come altrove, l’altra metà del cielo non ha mai avuto l’opportunità di avere una propria rappresentante al vertice dell’esecutivo. Ci si lamenta che è difficile trovare candidate disponibili. Perché allora quando le abbiamo davanti, formate e competenti, invochiamo giustificazioni che non oseremmo mai pronunciare se fosse un uomo?

Infine, per una ragione simbolica. È necessario dare conto nelle istituzioni di come sia cambiata la vita delle donne, che non si vedono più come subordinate rispetto agli uomini, pur dovendo misurarsi con vite precarie, con le difficoltà della conciliabilità vita-lavoro, con il persistere dello “stato roccioso” di alcuni stereotipi di genere e delle aspettative sociali. Ma qualità e quantità non sono separabili. Senza una presenza reale delle donne, che sia numericamente forte, è impossibile avviare una trasformazione delle istituzioni come nella società.

Pur avendo avuto modo di apprezzare l’impegno e la disponibilità di Alberto Pellanda, per conto mio Ulda Decristophoris incarna questo cambiamento sociale, e sosterrò la sua candidatura.

“LA MAMMA È SEMPRE LA MAMMA”

Cresciano, 9 maggio 2021 Ulda Decristophoris

 È facile scadere nella retorica quando ci sono feste e ricorrenze, ma, come si dice, “la mamma è sempre la mamma”. Il legame che si ha con la propria mamma è unico, speciale e non giudicabile da nessuno. Per qualcuno il rapporto non sempre è esente da conflitti e momenti di tensione. Tuttavia anche chi vive relazioni complicate con la propria madre, sono certa che senta nel profondo che si tratta di un legame tanto intenso quanto indissolubile e che induce costantemente a porsi interrogativi e riflessioni quasi viscerali.

Il ruolo delle mamme è cambiato così come è cambiata la società con le sue esigenze, le sue turbolenze, le sue crisi. Eppure le madri rappresentano sempre dei punti di riferimento che incarnano nella loro essenza la stabilità e la sicurezza.

Nel mio lavoro ho incontrato mamme che esprimono il loro essere madri nei modi più svariati, ma ho sempre percepito in ognuna di loro il desiderio di volere il meglio per la propria figlia o il proprio figlio, anche quando questo comportava la responsabilità di operare scelte difficili e inconsuete. Il mio essere madre, mi ha permesso di comprendere le reazioni emotive forti, a volte inaspettate e spiazzanti, ma mai artificiali, con cui mi sono confrontata perché, comunque, dietro a quelle reazioni ho percepito la consistenza inscalfibile e sincera del legame che le lega alle proprie figlie e ai propri figli. Perché le mamme non possono essere artificiali: l’autenticità è la loro sostanza; la loro spontaneità è la loro essenza; la loro sincerità è la loro natura.

E allora oggi, figlie e figli, ricordiamo anche un solo breve momento in cui abbiamo percepito l’essenza del legame indissolubile che ci unisce alla nostra mamma e che ci ha permesso di sentirci davvero unici e preziosi. Alle mamme basta poco per sentirsi apprezzate: un gesto apparentemente irrilevante come un sorriso sincero, un “grazie”, una visita, una telefonata; ma quello che apprezzano di più è che facciamo del nostro meglio.

Il mio pensiero oggi, lo rivolgo anche alle mamme che piangono i propri figli perché non ci sono più; penso a quelle mamme che accudiscono figlie o figli che soffrono; penso a quelle mamme che sono lontane dai propri figli; penso a quelle donne che non hanno figli; penso anche a quelle persone che, con senso materno, accudiscono i bisognosi e si occupano dei più fragili; penso a quelle mamme che oggi lavorano per rendere la nostra vita migliore e per garantire servizi e sicurezza.

Per concludere, come posso non rivolgere un pensiero alla mia mamma?

 Cara Mamma,

 sto vivendo un periodo particolare della mia vita. Anche questa volta hai accettato la mia scelta e con il tuo modo di esprimerti genuino, autentico e schietto mi hai fatto percepire il tuo sostegno. Quest’anno il mio “GRAZIE” te lo rivolgo perché mi hai sempre permesso di scegliere senza condizionamenti e senza darmi troppi consigli che avrebbero potuto vincolare le mie decisioni. Ma so che talvolta per le mie scelte inusuali e “contro corrente” ti sei preoccupata per la mia integrità, soprattutto quella emotiva. Siete tu e il papi, però, che mi avete insegnato ad avere coraggio per assumere la parte di responsabilità che spetta a ognuno affinché si contribuisca concretamente al bene comune. Siete voi che mi avete insegnato a dare sempre il meglio di me stessa, anche attraverso gesti semplici ma concreti, leali e convinti.

Grazie Mamma!

 Ulda

RIVIERA: UNA GIOVANE DONNA COME SINDACO!

Lodrino, 4 maggio 2021 Massimo Ferrari

Abbiamo deciso di lanciare questa sfida, perché non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di proporre ai nostri concittadini la possibilità di scelta tra il continuare con lo status quo od operare un cambiamento e dare quindi un segnale forte alle nuove generazioni e al futuro del nostro Comune. Credo che per una forza politica il momento più bello della propria attività sia la possibilità di cambiare avendo le persone e le idee.

Era già successo nel 2017 con Raffaele De Rosa, quando abbiamo proposto una persona moderna, formata, capace e con idee. I frutti si sono subito concretizzati. Il Comune è diventato immediatamente più propositivo e progettuale!

In poco più di 2 anni egli ha saputo costruire il nuovo Comune e proporre tra le altre cose i due progetti faro dello sviluppo comunale: l’aeroporto e la nuova sede di scuola media.

Egli ha inoltre promosso, sulla base del progetto territoriale dell’aggregazione, lo sviluppo del piano dei trasporti comunale, con riferimento particolare ai percorsi pedonali e ciclabili e ai relativi attraversamenti sul fiume Ticino.

Raffaele non ha solo proposto, ma ha concretizzato l’avvio dei progetti. Con estenuanti trattative con Armasuisse il primo sindaco di Riviera ha ottenuto i sedimi e da buon economista li ha ottenuti a condizioni estremamente vantaggiose per il nostro Comune. Per gli investimenti necessari all’aeroporto egli ha saputo ottenere dal Cantone i 3 milioni a fondo perso, mentre per la scuola media dallo stesso ha ricevuto il via libera per il progetto di potenziamento del polo scolastico. Raffaele è stato nel frattempo promosso a Consigliere di Stato…

Con Ulda la sfida è sotto certi aspetti ancora più radicale. Per la prima volta nella storia la nostra comunità ha l’occasione di avere come sindaco una giovane donna, formata e oltretutto professionalmente attiva in un Comune!

Un’altra volta l’occasione storica di rinnovamento è a portata di mano.

Ulda, in una legislatura, con sorprendente rapidità, ha saputo imparare il mestiere di municipale, assumendo in toto il dicastero economia pubblica, sport, cultura e tempo libero, il quale è diventato immediatamente ed in modo innovativo un riferimento per tutto il tessuto vivo delle numerosissime società che animano il nostro Comune. Forte del suo lavoro di dirigente in ambito scolastico e del suo pratico senso femminile, Ulda ha messo in discussione meccanismi e abitudini gestionali radicate. Essa è tutt’ora l’unica donna nel gremio dell’Esecutivo.

In quanto presidente, quando la nostra municipale ha deciso di mettersi a disposizione con grande coraggio e senza condizioni per questa sfida piena di rischi, ho provato una forte emozione, che ha prevalso su tutte le altre questioni, considerazioni e calcoli. Mi sono semplicemente detto: “Sì, facciamolo! Sottoponiamo ai nostri concittadini questa opportunità d’oro!” L’entusiasmo è quindi cresciuto immediatamente attorno a questa scelta.

Come ho già espresso in altre occasioni, il nostro Comune ha grosse potenzialità. Lavoro (nel senso di cultura e di posti di lavoro), residenza di qualità nonché ambiente e natura con il parco fluviale sono i suoi punti forti. La debole forza finanziaria, con una cronica dipendenza dal fondo di livellamento comunale, la scarsa considerazione a livello cantonale e la discriminazione rispetto ad altri quartieri della città Ticino (per esempio i collegamenti del trasporto pubblico) sono invece i punti deboli. La sfida futura è quindi quella di trovare i giusti ingredienti e i giusti contatti per valorizzare al massimo le nostre potenzialità.

Sono convinto che Ulda, con le sue visioni moderne in termini di governance e di progettualità, con la sua esperienza professionale e con il suo metodo di operare, sia la persona giusta per guidarci nel futuro prossimo. Queste sono le riflessioni che ci hanno spinto a giocare questa partita e non sicuramente i vecchi e obsoleti schemi di contrapposizione politica.

RIVIERA, L’OPPORTUNITÀ BUSSA ALLA PORTA

Osogna, 30 aprile 2021 Omar Stornetta

Ricordiamo con piacere la prima volta che incontrammo Ulda Descristophoris. Alla nostra assemblea di fine 2016, poco prima di dare il via alla campagna elettorale che avrebbe sancito – la primavera successiva – l’aggregazione del Comune di Riviera, essa si alzò e disse: “Mi metto a disposizione”. Da allora Ulda ha compiuto quel gesto numerose altre volte, tanto che oggi la ritroviamo perfettamente a suo agio e integrata nella nostra comunità, non per caso a competere per la carica di Sindaco, dopo aver già militato nel Consiglio comunale e nel Municipio.

C’è voluto davvero poco tempo per scoprire e apprezzare le sue qualità. Donna, mamma, giovane, di carattere sensibile, di sani e genuini valori e con fare concreto, serio e competente, Ulda porta entusiasmo e vitalità alle persone che la circondano e la conoscono. Qualità che essa vuole ancor più dimostrare e offrire a tutta la popolazione e al territorio del nostro Comune. Neoconcittadina, ma non certo neofita nella conduzione della cosa pubblica, Ulda è direttrice di un istituto scolastico comunale e conosce molto bene anche il lato dell’Amministrazione. La scuola è come una piccola comunità nella comunità, specchio della società eterogena, moderna, multietnica e con complesse relazioni interpersonali e intergenerazionali, che necessita di notevoli capacità di gestione, pianificazione, coordinamento e mediazione.

Delle sue caratteristiche fanno parte anche una spiccata predisposizione per l’organizzazione e un innato senso dell’ordine, che le permettono di trovare un ottimo equilibrio tra la vita professionale, quella privata e quella al servizio del prossimo. Siamo sicuri pertanto che non avrà nessuna difficoltà a conciliare il ruolo di Sindaco con gli altri suoi impegni. Delle sue ma anche nostre convinzioni fa parte il principio che non conta la quantità ma la qualità del tempo messo a disposizione. Pochi secondi bastano per far venire alla mente Sindaci che svolgono numerose attività e siedono in diversi consessi, senza che per questo la loro capacità di “fare il Sindaco” sia per nulla inferiore a coloro che si dedicano a tempo pieno alla cosa pubblica. La sfida di rendere più efficiente l’Amministrazione comunale passa anzi proprio attraverso una chiara ripartizione dei ruoli e alla maggior responsabilizzazione dei suoi funzionari e capiservizio, in modo da sgravare il politico da compiti non richiesti dalla sua carica. Questo è anche uno degli obiettivi che ci si è posti nel processo aggregativo del Comune di Riviera. Chi meglio di qualcuno come Ulda può dare il decisivo contributo a raggiungerlo?

In passato si è fatto bene, ma dal 16 maggio prossimo si può fare meglio. Per vedere dei tangibili cambiamenti e far progredire e rafforzare il nuovo Comune di Riviera è necessario un nuovo modo di governare, ossia una personalità nuova, motivata, grintosa e dinamica! Care concittadine e cari concittadini, alcune opportunità passano solo una volta. Aprite allora la porta a Ulda, che… c’è da fare!

Per il futuro del nostro Comune invito quindi tutti i nostri concittadini a sostenere ULDA.

UN PENSIERO PER ULDA DECRISTOPHORIS

Lodrino, 27 aprile 2021 Maria Rosa Ferrari

Sono una persona discreta, in politica appartengo alla parte poco illuminata, ma stavolta lascio la zona d’ombra per palesare il mio pensiero.

Ulda appartiene al mondo della scuola, come me, é una donna di carattere, combattiva, sensibile, generosa ed empatica. Ama il confronto, lavorare significa necessariamente procedere assieme , in team, rispettando le idee e i ruoli di tutti. Proprio per quello non teme le responsabilità della guida di un’intera Comunità, sa che non sarebbe mai sola nel proprio ruolo di condottiera, ma sempre affiancata da valide persone con le quali lei saprebbe bene interfacciarsi. Non lo é, sola, nel dirigere la sua Scuola, né nel lavorare per il paese “Riviera”, dove tanto ha già dato e soprattutto tanto é sicuramente disposta ancora a dare, con le sue molteplici competenze e la sua grande energia. Vorrei uscisse di più la Ulda che conosco io, quella meno apparente e un pochino meno trattenuta, più spontanea e allegra. Sarei molto curiosa, da donna, di vedere lo sguardo rosa nelle piccole questioni e in quelle più grandi che un Sindaco ha la fortuna di poter affrontare, eseguire, toccare con mano, celebrare.

Lo auguro a lei, ma lo auguro soprattutto all’intera Comunità, una sfida nella sfida, quella di un primato assoluto per la nostra bella Riviera.

RIVIERA, BELLO DENTRO MA POCO CONSIDERATO FUORI

Cresciano, 6 aprile 2021 Gregorio Genini

Un giovane Comune, nato nel 2017 e posizionato al centro del Canton Ticino, non ancora sufficientemente conosciuto, garantisce un’ottima qualità di vita ai propri residenti: Riviera.

Il territorio ha una conformazione benevola, costituita da un fondovalle pianeggiante con ampie campagne e spazi verdi in abbondanza, forieri di pace e tranquillità. Magnifiche valli laterali impreziosiscono la regione. Sportivi da tutta Europa praticano la disciplina del canyoning nei nostri torrenti ed il quartiere di Cresciano è celebre per il bouldering e ospita uno dei più rinomati siti d'arrampicata al mondo.

Riviera dispone di tutti i servizi basilari: negozi di paese, studi medici, installazioni sportive, ufficio postale, farmacia, e molto altro. Oggi manca forse una struttura specifica per i giovani e un centro diurno per anziani, ma in merito si potranno fare le dovute valutazioni, coinvolgendo, perché no, anche gli altri Enti pubblici locali.

Particolare importanza viene riservata al settore dell’educazione. La scuola dell’infanzia ed elementare sono presenti in ogni Quartiere del Comune, mentre la scuola media - per cui è in fase di sviluppo un progetto di ampliamento in concerto con l’Autorità cantonale - si trova a Lodrino. Il servizio mensa per i bambini delle elementari è particolarmente apprezzato dalle famiglie dei tanti fruitori e i genitori attivi professionalmente possono fare capo a un asilo nido.

Riviera è caratterizzato da molte Associazioni che organizzano quei momenti festosi e conviviali di cui in questi mesi stiamo sentendo la mancanza e che permettono di creare un sano senso di comunità.

Un pensiero di gratitudine va a Patriziati e Parrocchie, che si prodigano per mantenere vive le specificità e le tradizioni dei singoli Quartieri e per conservare il patrimonio storico-culturale locale.

Non si può dimenticare il polo tecnologico dell’aviazione, promosso dall’ex-Comune di Lodrino guidato dal sindaco Mazza, che nel futuro prossimo assumerà importanza sovranazionale e permetterà di generare un tangibile indotto economico e creare posti di lavoro altamente qualificati.

Riviera è poi rinomato per il granito, tanto da costituire uno dei principali siti estrattivi della Svizzera. Da decenni il nostro gneiss viene anche esportato e apprezzato in tutto il mondo.

Fin qui tutto bene. Vi è però anche un rovescio della medaglia…

Le finanze comunali non sono delle più floride e sarebbe perciò importante incrementare il gettito fiscale. L’obiettivo non deve però essere raggiunto alzando il moltiplicatore d’imposta, bensì incentivando l’attività imprenditoriale. Nuove realtà economiche potrebbero essere attirate snellendo e limitando al massimo il fardello burocratico e, se necessario, non escludendo a priori eventuali agevolazioni fiscali.

In passato Riviera ha subito maltrattamenti esterni. La sponda destra è invasa da elettrodotti e relativo elettrosmog. Quella sinistra è invece troncata a metà dalla principale tratta ferroviaria europea. La galleria di aggiramento della Riviera è stata accantonata e Cresciano ed Osogna si ritrovano con treni che corrono a 150 km/h tra le case, con tutti i problemi che ne derivano (transito di merci pericolose, disturbo fonico, vibrazioni, …).

Vi è inoltre la locale stazione, dismessa negli anni ’90, che se ripristinata permetterebbe di collegare meglio la nostra regione alla Città Ticino. La riapertura in tempi brevi pare però un miraggio.

Nel contesto cantonale, da un punto di vista politico, siamo ancora deboli e ignorati. Un esempio concreto? La proposta di nuova perequazione finanziaria intercomunale: dovesse essere approvata la prevista riduzione del contributo di livellamento, Riviera sarebbe una delle principali vittime della nuova ripartizione. Al riguardo, gli eletti il 18 aprile dovranno dimostrare unità e fare fronte comune per ottenere l’attenzione che il nostro Comune merita.

Sono sfide ambiziose, certo, ma non possiamo arrenderci senza fare sentire la nostra voce. Tanto rimane ancora da fare.

POSSIAMO AUGURARE BUONA PASQUA?

Osogna, 4 aprile 2021 Diego Martini

 Il 12 aprile 2020 è arrivata una Pasqua che tanti ricorderanno come una commemorazione della risurrezione coperta da tante nubi scure: lock down, tutti chiusi in casa, proibizioni da parte dello Stato mai vissute prima, i nostri cari anziani che cominciavano ad essere in forte pericolo. Insomma, tutto tranne che festa della vita nuova che va oltre la morte.

Proprio della morte iniziammo a fare un’esperienza molto meno distratta. In particolare i più giovani, i quali, normalmente e giustamente hanno un rapporto con la morte più leggero, sono stati chiamati a rinunciare alla libertà per salvaguardare la vita degli anziani. I nostri giovani sono stati catapultati in un mondo difficile da capire e da vivere. Ma proprio loro sono stati i migliori, i più altruisti, dovendo rinunciare a vitali esperienze di condivisione tra compagni a favore di vantaggi che andavano ad altre persone potenzialmente meno fortunate, in quanto di salute più precaria. Ancora oggi circolano tutti con mascherine che nascondono la loro irrequietezza e sono privati della libertà di un incontro veramente libero. Le rare occasioni di trasgressione che li hanno visti al centro dell’attenzione mediatica non possono offuscare il loro grande senso di responsabilità.

In questa strada definita dal virus abbiamo perso persone care che non hanno avuto l’accompagnamento all’aldilà che avrebbero meritato. Questa esperienza di morte in solitudine mi ha fatto molto paura pensando ai miei genitori, perché come la vita va vissuta nell’amore col prossimo, anche la morte necessita di essere vissuta “assieme”. Spero che la fede abbia potuto aiutare sia coloro che se ne sono andati, sia i parenti rimasti forzatamente a distanza. 

Su questa strada difficile abbiamo perso molte sicurezze: posti di lavoro, soldi, spensieratezza e tanto altro. E come possiamo sopportare quest’anno l’arrivo della Pasqua? Rileggendo quanto ho scritto sopra non sembra trovar posto la Risurrezione nelle nostre vite. Ma voglio credere che l’esperienza non più distratta, bensì vera di morte che facciamo tutt’ora in un senso più ampio del termine “morte” ci renderà a nostra volta più veri, più profondi, più aperti all’amore e allo straordinario. Lo sfrondare l’inutile materiale che abbiamo potuto fare in questi lunghi mesi può portarci ad essere nuovi, risorti e vivi veramente. La morte in questa Pasqua 2021 sia, per tutti noi, colei che abbiamo sconfitto assieme. Una vittoria che ci permetta di dare un senso a quanto sperimentato in quest’anno appena trascorso, potendo parlare proprio di rinascita, risurrezione, un passare oltre le nostre sofferenze. In questa speranza vi auguro Buona Pasqua.

RIVIERA: ORDINE!

Cresciano, 2 aprile 2021 Ulda Decristophoris

Durante la campagna elettorale, spesso e in modi diversi, si pone una domanda ai candidati: qual è il tema prioritario per il Comune? Questa domanda è stata rivolta anche a me. Senza indugio ho risposto: ordine! Anche se qualcuno potrebbe obiettare che non si tratta di un tema, ritengo sia un aspetto essenziale. Per spiegarmi, porto l’attenzione sul mio Comune: Riviera. Un giovane Comune che ha vissuto i suoi primi quattro anni, ormai agli sgoccioli, da Comune aggregato. Potrei occupare pagine e pagine per descrivere potenzialità, peculiarità, caratteristiche positive del suo territorio che negli anni, purtroppo, ha risentito di scarsa considerazione soprattutto “esterna”; potrei occupare altrettante pagine per illustrare i progetti di sviluppo territoriale e non solo che ne migliorerebbero infrastrutture, mobilità, sicurezza, servizi, attrattività ecc. Tuttavia bisogna confrontarsi con le contingenze, con i mezzi finanziari, con le prassi che rallentano e complicano la virtuosità e la declinazione operativa dei progetti stessi. Nonostante ciò non si deve permettere che la progettualità sia inficiata. Ebbene: come fare? Io credo che al termine di questa legislatura “prolungata” -a causa dell’emergenza sanitaria- sia il momento di fare ordine. Ordine soprattutto nelle priorità stesse affinché le azioni e le scelte politiche siano davvero proficue e i cittadini possano percepire efficienza ed efficacia nei servizi e beneficino di garanzie solide di conservazione e di promozione della qualità di vita. Credo sia il momento, con onestà e trasparenza, di “tirare le somme”. Molto è stato fatto, ancora molto c’è da fare. C’è davvero tanto da fare! Quel molto, però, deve essere posto in ordine di priorità iniziando da ciò che c’è e ciò che si ha -e mi riferisco in particolare alle risorse, ai servizi e al territorio- mettendolo in relazione con le effettive o previste disponibilità finanziarie e a quelli che sono i veri bisogni espressi dei cittadini. Solo così si potranno operare scelte tanto oculate quanto coraggiose, tanto strategiche quanto utili. Sì, parlo proprio di utilità perché spesso è questo lo strumento che utilizza il cittadino per misurare i parametri “vitali” del proprio Comune di residenza. Nonostante ciò sono convinta che se si vuole rendere efficace questo “ordine” per individuare le priorità, sia essenziale un’assunzione più consapevole di responsabilità da parte di tutti; ma proprio da parte di tutti: politici, autorità, funzionari, residenti indipendentemente dalla loro età, turisti, escursionisti, lavoratori. Certo, perché ogni pezzettino di responsabilità assunto consapevolmente contribuisce a evitare spese eccessive, a contenere la dimensione e la complessità dei problemi, a creare sentimenti di delusione e di disaffezione alle istituzioni. Questo per me significa voler bene al proprio Comune, al proprio territorio. E nessun politico può fare grandi cose se esso per primo non si assume consapevolmente l’enorme responsabilità di cui i cittadini lo investono. Gandhi ha detto “Sii il cambiamento che vuoi avvenga nel mondo”. Ebbene: forza, facciamolo: politici, funzionari, cittadini grandi e piccini, ospiti di passaggio, iniziando dal nostro piccolo ma splendido mondo di Riviera! È ora di pensare, per fare un esempio banale, prima di decidere di buttare una cartaccia per terra.

 

DIAMO VITA AL COMUNE DI RIVIERA

Corriere del Ticino, Omar Stornetta

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RIVIERA, UN COMUNE CHE VALE?

Corriere del Ticino, Gregorio Genini

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COMMISSIONI DI QUARTIERE: MANCA L’ESIGENZA O L’INTERESSE?

Osogna, 25 marzo 2021 Omar Stornetta

In relazione ai progetti aggregativi e alle sollecitazioni di promuovere nuove forme organizzative di contatto e di evitare l’allentamento delle relazioni tra le autorità e le realtà locali, in particolare tra gli organi politici e gli ex-Comuni, con la revisione della Legge organica comunale (LOC) nel 2009 sono state introdotte le Commissioni di quartiere e le Associazioni di quartiere. Queste entità unicamente consultive esercitano un compito di controllo e fungono da attente antenne per captare e raccogliere i bisogni e le segnalazioni dei cittadini e farle giungere al Municipio, dal quale hanno il diritto di ottenere risposta.

Tutti i dettagli sono regolati dal Municipio tramite il Regolamento organico comunale (ROC), dove alcune Autorità comunali hanno inserito entrambe le possibilità, dando formalmente la priorità alla nomina delle Commissioni rispetto alla nascita spontanea delle Associazioni. Finora, al contrario, si è però preferito attendere le spinte dal basso e lasciare agli abitanti la facoltà di unirsi autonomamente in Associazioni che, a differenza delle Commissioni, non vengono designate dal Municipio, cercando tra l’altro di “spoliticizzare” la loro nomina.

Malgrado la legislatura sia a termine, in diversi Comuni aggregati di recente non si sono finora create Commissioni né Associazioni. Nei casi di Bellinzona e Faido non in tutti i quartieri, mentre nel caso di Riviera in nessuna delle località o frazioni sono nati questi organi. I motivi? Le dimensioni meno importanti o la sufficiente rappresentanza in Municipio e in Consiglio comunale di Comuni e singoli quartieri, la presenza già attiva di società ben radicate o la facilità dei rapporti bilaterali con le persone di riferimento. Nei primi mesi della nuova legislatura e nel rispetto del ROC, d’ogni modo i Municipi interessati dovranno attivarsi per compiere i passi necessari. Assenti le Associazioni, essi sono infatti obbligati a nominare le Commissioni.

Intravvedo alcuni nuovi motivi che potrebbero fare da propulsori per la creazione dei citati organi. In primo luogo, il contesto finanziario generale in cui risuonerà l’eco degli effetti della pandemia di Covid-19 nonché la paventata temporanea riduzione del contributo di livellamento intercomunale, indiretta conseguenza della stessa crisi sanitaria, che toccherà in particolare Comuni frutto di aggregazioni (Riviera e Bellinzona tra le maggiori perdenti). In questo ambito, Commissioni e Associazioni potrebbero perciò essere rivalutate, in quanto strumenti adatti per individuare in modo capillare le specifiche esigenze su tutto il territorio, permettendo alle Autorità comunali di ponderare, priorizzare e ottimizzare l’utilizzo a goccia delle proprie minori risorse.

In seconda battuta, Commissioni e Associazioni potrebbero avere una funzione di aggregatori sociali, per rilanciare le nostre relazioni interpersonali nel post-pandemia. Inoltre nel periodo di confinamento numerose persone si sono messe a disposizione per la comunità e hanno riscoperto l’attenzione verso la cosa pubblica e il senso civico. La creazione di questi organi favorirebbe pure il proseguimento del percorso aggregativo, che nei Comuni di recente formazione sicuramente non è terminato. Se non nei primi anni di vita del nuovo Comune, quando dovrebbero essere utili questi gremi? Esse dovrebbero altresì fungere da palestre per le giovani leve, che verrebbero così “formate” per garantire in futuro il ricambio generazionale negli organi politici.

Non da ultimo, riallacciandosi alle prossime elezioni comunali, sappiamo con certezza che solo una parte dei candidati otterrà la carica di Municipale o Consigliere comunale (nel caso di Riviera si parla di 38 persone su 89). Ci sarà a quel punto qualcuno pronto ad andare oltre l’appartenenza partitica e a farsi avanti per entrare a far parte di una Commissione di quartiere?

In conclusione, questa opportunità di organizzazione non va sprecata e merita di essere messa in pratica. Se nonostante tutti i tentativi intrapresi non venissero costituite nemmeno le Commissioni, auspico che la causa sia la comprovata mancanza di esigenza e non il disinteresse nei confronti di questa possibilità che è stata conferita ai nuovi Comuni ticinesi.

19 MARZO: SAN GIUSEPPE E FESTA DEL PAPÀ

Cresciano, 19 marzo 2021 Ulda Decristophoris

Sono cresciuta in una famiglia modesta che ha fatto -come in molti altri contesti familiari- sacrifici per affrontare la vita e per contribuire a offrire alle proprie figlie delle opportunità per costruire basi orientate a strutturare una propria identità e scelte di vita professionali e personali soddisfacenti.

 Se fossi chiamata a descrivere mio papà, direi che egli era un uomo “del fare” e non tanto “del parlare”. Devo soprattutto a lui la mia parte di concretezza e di operosità, complementare alle mie competenze analitiche e riflessive. Da buon operaio, abituato a dover aver affrontare importanti fatiche fisiche fin da giovanissimo, mi ha dimostrato che in ogni professione, in ogni attività lavorativa, in ogni compito che siamo chiamati ad assumere, l’impegno, la perseveranza e la passione sono essenziali affinché si sia soddisfatti nel raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, indipendentemente dalla riconoscenza che ci viene esplicitata. Questo avviene se i compiti assegnati vengono assunti con consapevole senso di responsabilità. Parimenti ,questo senso di responsabilità e di impegno perseverante, me l’ha trasmesso anche nei confronti delle istituzioni e delle cariche politiche. Mio papà non ha mai ricoperto cariche istituzionali; tuttavia ha contribuito in maniera indiretta a mantenerle efficienti, efficaci e stabili, sia perché nel corso degli ultimi anni di vita professionale ha svolto la funzione di operaio comunale, sia perché contribuiva in maniera attiva a organizzare momenti conviviali con la sezione del partito e con associazioni di volontariato, in favore delle fasce più fragili della società.

Il suo rispetto per le istituzioni e la sua assunzione del senso di responsabilità, incarnava anche un vivace e profondo pensiero riflessivo e critico. Egli era un uomo che non agiva senza avere un’opinione e raccoglieva informazioni prima di esplicitare la propria posizione su tematiche o progetti. Anche per questo, da mio papà ho imparato quanto sia importante prendere delle decisioni, sebbene queste potrebbero comportare l’assunzione di critiche o rischi; inoltre ho imparato a non conformarmi a passivamente a mode, usanze e pensieri solo perché promosse e condivisi da una maggioranza.

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Una peculiarità di mio papà era l’arte culinaria, coltivata e accresciuta negli anni da autodidatta. Non ha tenuto per sé questo talento, bensì l’ha condiviso costantemente con il prossimo. Raramente, infatti, ricordo che a casa nostra non ci fosse qualche ospite o che durante il finesettimana non fosse impegnato insieme a mia mamma in qualche manifestazione o in qualche evento benefico.

Difficilmente ricordo mio papà inoperoso e inattivo, se non quando la malattia, piano piano, gli ha tolto le forze. Nonostante ciò, è riuscito ad affrontare anche questo percorso di sofferenza con determinazione e grande coraggio.

Ricordando mio papà ed espirmendogli nuovamente la mia gratitudine -soprattutto con i fatti e con le azioni quotidiane- auguro a tutti i papà, in questo giorno a loro dedicato, di riuscire a donare tempo ai propri figli. E se anche questo è poco, ciò non deve inficiarne la qualità, in termini di concretezza, attenzione consapevole e autenticità. Ma anche ai figli auguro di non dimenticare di essere riconoscenti nei confronti del proprio papà, anche solo per un piccolo gesto che abbia permesso loro di contribuire a compiere scelte di vita responsabili, oneste e costruttive.

Per chi ha un po’ di tempo da dedicare alla lettura, ecco la famosa poesia che Camillo Sbarabaro ha dedicato al padre:

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TRAMONTA IL 7 MARZO… SORGE L’8 MARZO: UN PENSIERO AI MALATI E ALLE DONNE.

Cresciano, 7 marzo 2021 Ulda Decristophoris

All’imbrunire della giornata del malato e a poche ore dal sorgere della giornata della donna, mi sono chiesta se fosse mai esistita una persona che potesse rappresentare queste due “ricorrenze”. Ho pensato alla Beata Teresa di Calcutta; essa, ma soprattutto la sua vita esemplare e coraggiosa, incarnano un’ideale di donna, la dedizione ai malati e il riconoscimento della loro dignità.
Il mio primo pensiero -in questo giorno a loro dedicato- è rivolto a tutti i malati, in particolare alle cinquantaquattro persone ricoverate nei nostri ospedali ticinesi e alle sei persone sottoposte a terapia intensiva. Tuttavia il mio pensiero si estende a tutti coloro che soffrono, soprattutto in questo periodo in cui il mondo patisce per l’emergenza sanitaria che da più di un anno si è insinuata in maniera dirompente e sconvolgente nelle nostre vite. Inoltre: come non si può non pensare a chi sopporta sofferenze nel corpo e nell’anima ininterrottamente già da molto tempo? Come non si può non entrare in empatia con chi dovrà sopportare sofferenze ancora più sconvolgenti, a chi non può o non potrà ricevere cure adeguate, a chi è e sarà lontano dai propri cari che soffrono?
Penso anche a chi è vittima di malattie tanto silenziose quanto dannose che affliggono l’umanità, come l’indifferenza, l’irresponsabilità, l’individualismo, l’egoismo, il dispotismo. Di queste malattie ancora troppe donne -in particolare- patiscono dolori morali e fisici.
Tornando alla Beata Teresa di Calcutta, riaffiora nella mia mente una sua frase: “Non tutti possono fare grandi cose, ma ognuno può fare piccole cose con tanto amore.” È questo l’auspicio che condivido nel momento in cui si spengono le luci sulla giornata del malato e si accendono quelle che illumineranno la giornata dedicata alle donne: impegniamoci a fare tutti piccole cose con tanto amore. Amore, inteso come passione, dedizione, impegno, senso di responsabilità, attenzione, ascolto; attiviamo una maggiore consapevolezza, almeno per un giorno, prima di compiere anche il più banale gesto quotidiano. Rivolgiamo un pensiero speciale di riconoscenza, anche nel silenzio della nostra anima, per ciò che le donne -siano esse mamme, nonne, sorelle, amiche, colleghe, professioniste in qualsivoglia mestiere o compito- hanno fatto, fanno e ancora faranno. Molte di loro -non dimentichiamolo- espletano i loro doveri lontane dai riflettori e vivono la loro femminilità e le caratteristiche tipiche delle donne con discrezione e riservatezza.
Allora, prendiamo esempio dalla dedizione, dalla perseveranza, dal coraggio, dalla volontà ma soprattutto dalla passione con cui la Beata Teresa di Calcutta ha vissuto la sua esistenza, affinché ogni apparente piccolo gesto diventi prezioso perché orientato a migliorare gli altri, noi stessi, la nostra comunità e... perché no... il mondo.